CHE COSA INTENDIAMO CON L’ESPRESSIONE “MANIFESTAZIONI DELL’ODIO ONLINE”?

Con l’espressione “manifestazioni dell’odio online” ci riferiamo a tutte le dimostrazioni d’odio che si possono verificare negli ambienti digitali, cioè forme d’espressione violente e discriminatorie rivolte a persone sulla base di caratteristiche identitarie e personali.

Le manifestazioni di odio nel mondo digitale sono fenomeni complessi che si distinguono per i contesti tipici in cui si possono verificare, le forme comunicative in cui possono essere espresse e le caratteristiche proprie che lo differenziano da altri tipi di manifestazioni di odio. Molto spesso, vengono definite in modo generico tramite l’uso del termine inglese hate speech; tuttavia, come vedremo in queste pagine, sotto la grande dicitura di “discorso d’odio” ritroviamo diverse tipologie specifiche che prendono anche nomi diversi a seconda delle dimensioni e caratteristiche proprie in cui si manifestano. Dunque:

«L’espressione inglese hate speech, in italiano ‘discorsi d’odio’, dovrà essere intesa come comprensiva di qualsiasi forma di espressione la quale dissemini, inciti, promuova o giustifichi l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o altre forme di odio basate sull’intolleranza.»

Council of Europe, Recommendation No. R (97) 20 of the Committee of Ministers to Member States on “hate speech” (1997)

A partire dai primi anni 2000, abbiamo assistito ad una rivoluzione digitale senza precedenti che ha modificato completamente il nostro modo di vivere. Con la nascita del Web 2.0 lo spazio digitale è passato dall’essere uno spazio divulgativo – usato dalla maggioranza delle persone per la ricerca di informazioni – ad uno spazio sociale in cui, oltre alla ricerca di contenuti, è divenuto possibile interagire attivamente e creare al suo interno una rete di relazioni e scambi sociali. Da allora il mondo digitale si è trasformato in una grande rete sociale di interazione e scambio in cui, oltre alle propositive interazioni tra utenti, hanno iniziato a manifestarsi atteggiamenti, linguaggi e discorsi violenti volti a diffondere odio e intolleranza. Il propagarsi di questo tipo di manifestazioni ha portato la società civile mondiale, la politica e le istituzioni educative a dover far fronte al fenomeno, attuando ricerche specifiche, politiche giuridiche internazionali e nazionali finalizzate al contrasto di tali manifestazioni, così come l’attivazione di campagne e percorsi educativi mirati alla sensibilizzazione della popolazione sui diversi tipi di manifestazione d’odio.

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Perché questi commenti non rientrano in discorsi tutelati dalla libertà d’espressione?

Che cosa significa libertà di espressione e quali sono i suoi limiti? Ogni individuo ha diritto ad esprimere liberamente la propria opinione, almeno finché non lede la libertà altrui. Le idee possono essere contestate, le persone no.

Ecco perché è importante ricordare che ogni idea e ogni ideologia possa essere sottoposta a libera discussione, critica, difesa da parte di chiunque, attraverso ogni mezzo e frontiera. Nessuna idea può pretendere un trattamento speciale. Al contrario delle persone, che vanno tutelate, soprattutto rispetto a comunicazioni e linguaggi discriminanti, denigratori e promotori di odio verso l’individuo.