IL CODICE DI CONDOTTA SULL’HATE SPEECH ONLINE PROMOSSO DALLA COMMISSIONE EUROPEA

Nel 2016, la Commissione Europea ha siglato con alcune piattaforme digitali (nello specifico: Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube) un “Codice di condotta per lottare contro le forme illegali di incitamento all’odio online”. Secondo il codice, le “aziende informatiche” «condividono, insieme ad altre piattaforme e ad altri operatori dei media sociali, la responsabilità collettiva e l’orgoglio di promuovere e favorire la libertà di espressione in tutto il mondo online». Ritengono che la diffusione virale di hate speech illegale sulla rete «si ripercuot[a] negativamente non solo sui gruppi o sui singoli che vengono presi di mira, ma anche su coloro che nelle nostre società aperte si esprimono a favore della libertà, della tolleranza e della non discriminazione e [abbia] un effetto inibitore sul discorso democratico». Viene a tal fine accolta la nozione di incitamento all’odio individuata dalla Decisione Quadro 2008/913/GAI dell’Unione Europea («per incitamento illegale all’odio online si intende ogni comportamento consistente nell’istigazione pubblica alla violenza o all’odio nei confronti di un gruppo di persone, o di un suo membro, definito in riferimento alla razza, al colore, alla religione, all’ascendenza o all’origine nazionale o etnica»).

Il Codice di condotta rappresenta, in sostanza, uno strumento elaborato dalla Commissione in accordo con tali piattaforme, al fine di perseguire il comune fine di contrastare l’odio. A tal fine, il Codice prevede una serie di impegni a carico delle aziende informatiche, quali la predisposizione di adeguate procedure di verifica delle segnalazioni di contenuti illeciti e la regolare pubblicazione di dati relativi al numero di segnalazioni ricevute da ciascuna piattaforma e al numero di contenuti effettivamente rimossi dalle stesse piattaforme in quanto incitanti all’odio (Cfr., in particolare, https://controlodio.it/codice-condotta-hate-speech/).

Tutte le piattaforme digitali e i social network prevedono, in effetti, dei divieti rispetto alla pubblicazione e condivisione di contenuti che costituiscano fattispecie di hate speech. Il mancato rispetto di tale divieto comporta con sé delle sanzioni: la rimozione del contenuto; la sospensione o il blocco del profilo di chi abbia prodotto o condiviso il contenuto in questione; la cancellazione del canale etc.