Il body shaming, parola inglese traducibile letteralmente con derisione o umiliazione del corpo, è una pratica che consiste nel far vergognare qualcuno del proprio aspetto e delle proprie caratteristiche fisiche (quali per esempio l’altezza, la presenza di peluria o acne, il peso, il colore dei capelli e così via), che vengono discriminate perché “non in linea” con i rigidi canoni estetici imposti dalla società. Questo fenomeno colpisce sia uomini che donne in tutte le fasce d’età. Il fenomeno ha assunto una forte eco mediatica nel momento il bodys haming ha colpito anche personaggi famosi.

Il fenomeno si avvale di insulti, allusioni, giochi di parole, doppi sensi, ingiurie volte a mettere in imbarazzo la vittima. Nel mondo digitale molto spesso il body shaming dà vita a commenti, gif, meme o immagini in cui vengono prese di mira alcune persone. Tramite la pubblicazione e la diffusioni di questi contenuti sui Social Network questo fenomeno diventa molto più invasivo e crea non poche implicazioni nella vita privata della vittima che, spesso, si ritrova ad avere danni duraturi in termini di autostima e possibilità di socializzare.

In particolare, quando gli insulti sull’aspetto fisico si manifestano pubblicamente, offendendo pubblicamente la reputazione della vittima, il body shaming diventa diffamazione. La diffamazione consiste nel ledere la considerazione che una persona ha all’interno della società e, nel caso in cui si avvalga dell’uso di internet per la pubblicazione e la diffusione dei contenuti, si parla di diffamazione aggravata. Inoltre, il body shaming può diventare stalking nel momento in cui persiste nel tempo, provocando alla vittima stati d’ansia e malessere.

COME TUTELARSI?

La vittima può tutelarsi dal body shaming sporgendo querela presso le autorità competenti. In particolare, questo fenomeno, quando si manifesta pubblicamente attraverso l’uso di strumenti digitali, può essere considerato una forma di cyberbullismo, pertanto è possibile difendersi utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla legge contro il cyberbullismo:

  1. La vittima può richiedere l’oscuramento dei siti internet sui quali avviene il bodyshaming;
  2. Può procedere con il reclamo presso il Garante per la privacy;
  3. Può fare segnalazioni ai genitori del cyberbullo;
  4. Può richiedere l’ammonimento del questore nel caso in cui il bodyshaming costituisse un reato.
Una delle forme di umiliazione e derisione del corpo più diffusa è quella che oggi viene definita con il termine inglese fat shaming, letteralmente “stigma di vergogna verso il corpo grasso”. Con questo termine vengono definite tutte le forme di discriminazione, ridicolizzazione e violenza che vengono attuate alle persone a causa dei loro fisici in sovrappeso. Secondo le studiose di questa forma di umiliazione, tale stigma sarebbe talmente tanto radicato da far diventare la parola GRASSO un tabù che viene in continuazione sostituito con parole come CURVY, TAGLIE FORTE ECC.
fat shaming
Questo fenomeno è in forte aumento sui social network, spesso l’obiettivo del fat shaming sono donne che vengono attaccate con commenti umilianti e violenti per la forma dei loro corpi.